La scorsa settimana, con l’arrivo della mestruazione, ho scelto di allontanarmi per qualche giorno dai social – ne ho sentito fortemente il bisogno, mi serviva ridurre gli stimoli, ridurre le possibilità, fare spazio e stare con me.
Permettermi di vivere la morte e rinascita mestruale senza il rumore esterno.
Guardarmi con curiosità, perché è da un po’ di tempo che mi sto trasformando, che parti di me stanno morendo, che maschere che ho portato finora si stanno sciogliendo. E in un certo senso sono così nuova che non so più chi sono, ho bisogno di ri-conoscermi e di farlo in un ambiente protetto, quello in cui non mi paragono né, circondata da mille voci, rischio di pensare di volere cose che non voglio davvero, solo perché rendono felici altre persone.
Ma quelle persone non sono io. E allora ho avuto bisogno, ho bisogno, di stare con me per ritrovarmi come si ritrova un amico dopo tanti anni: sapendo che lui è la stessa persona e allo stesso tempo non lo è, e c’è paura nello scoprire, e curiosità, speranza, bellezza e gioia.
Quindi ho scelto di allontanarmi per qualche giorno dai social e all’inizio è stato difficile, la fear of missing out bussava forte alla mia porta. Ma alla fine questa lontananza ha portato ben più di quello che ero andata a cercare.
Perché durante quei giorni (complice anche la lettura di uno splendido blogpost della mia cara Giada Carta) ho finalmente ammesso a me stessa quanto essere sui social non sia più la fonte di bellezza che era una volta.
mi è servito arrivare al limite per ammetterlo
Lo sapevo già, ma mi è servito arrivare al limite per ammettere che gli ultimi (lunghi) tempi su instagram sono stati una forzatura, un cercare di esserci perché devo esserci, perché è parte del mio lavoro, perché se non ci sono con la giusta frequenza i miei contenuti si perdono nel caos dei contenuti di tutti, perché se non ci sono non vengo vista, notata, scompaio, e con me scompaiono i servizi e i doni che cerco di portare nel mondo. Divento invisibile.
Mi è servito arrivare al limite per ammettere che continuare a creare per instagram ha smesso di essere una gioia, un divertimento, che accedere alla mia creatività per poi produrre contenuti “giusti”, che piacciano alla piattaforma, è stato come accedere a un pozzo quasi vuoto e continuare a svuotarlo con ogni contenuto “giusto”, ma non veramente creativo. Perché la creatività non può essere rinchiusa in una gabbia fatta di regole dettate da altri.
E tutto questo per cosa, poi? Una volta, almeno, creare lì aveva un senso, c’era uno scambio, c’era un ritorno. E ora? Ora ogni nuovo contenuto cade quasi nel vuoto-pieno-di-contenuti. La cura che metto nelle parole e nelle immagini si perde nella cura di altri e nel bello-ma-di-poca-sostanza di molti.
Mi va di disidratarmi così? No, non più, non può essere questo il costo dell’essere visibili, viste. Né su instagram né nella vita.
rumore, sovraccarico e iperstimolazione
Mi sono anche chiesta: voglio contribuire al grande rumore, al sovraccarico e all’iperstimolazione dei nostri giorni? No, non voglio.
Come esseri umani abbiamo bisogno di stimoli. Lo stimolo intellettuale è uno dei tipi di nutrimento necessari alla nostra sopravvivenza e prosperità, la sua assenza sarebbe deleteria. Ma ci siamo evoluti in una realtà in cui essere stimolati significava qualcosa di molto diverso da ciò che significa oggi – in una realtà senza social, senza internet, senza tv e senza gli altri mass media. Non ci siamo evoluti per l’enorme quantità di stimoli che oggi riceviamo (tra media, luci artificiali, inquinamento acustico e di altro tipo), non siamo fatti per questo, non siamo preparati per questo.
Il troppo stroppia, anche ciò che è nutrimento e medicina, se in eccesso, diventa veleno. Oggi siamo avvelenati dall’iperstimolazione e per una parte di questa possiamo fare poco (trovare un luogo silenzioso è diventata un’impresa, come trovarne uno non inquinato); ma per un’altra parte possiamo fare: possiamo ridurre.
Invece di drogarci di pillole di illusoria felicità, libertà e guarigione, possiamo scegliere ciò che porta reale cambiamento e che, in quanto tale, richiede tempo e pazienza.
Io, come creatrice di contenuti, posso scegliere di portare nel mondo solo ciò che va nella direzione del mondo che voglio, nella sostanza e nella forma.
Quindi non voglio aggiungere al rumore, sarei profondamente incoerente se lo volessi.
E invece voglio essere onesta e coerente, magari non nei modi, ma almeno con ciò in cui credo.
“La coerenza nei modi è impossibile per la Donna Selvaggia, perché la sua forza sta nell’adattarsi al cambiamento, nella sua capacità di rinnovarsi, di danzare, di urlare e di ringhiare, nella sua profonda vita istintuale, nel suo fuoco creativo. Non dimostra la sua coerenza con l’uniformità ma piuttosto con la sua vita creativa, la percezione coerente, l’oculatezza, la flessibilità, la destrezza“,
Clarissa Pinkola estés
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cerco spazio e profondità
Tutto questo mi ha portata a tornare su instagram in punta di piedi e a dichiarare: non so bene come tornare, quanto tornare.
I giorni via da lì mi hanno fatto capire che non esserci sempre mi fa molto bene. Che esserci spesso mi rende più stupida, più sovraccarica, meno felice.
Non so ancora cosa questo significherà, con esattezza. Quello che so è che i social non potranno più essere il mio canale principale di comunicazione e condivisione, perché, anche se non me ne allontanerò completamente, voglio poterci essere solo quanto, quando e come voglio – e, perché questo sia sostenibile, serve che la corona di “canale principe” passi dai social a un mezzo diverso, uno che rispecchi di più il modo in cui voglio comunicare.
E quel mezzo è la mia amata newsletter.
Io voglio spazio e profondità e lì li posso avere.
E voglio vicine coloro che vogliono spazio e profondità, che si prendono il tempo per leggere, ascoltare, capire e approfondire.
Coloro che sanno che saltare da un contenuto all’altro (contenuti spesso superficiali, per necessità) non è l’unico modo, e forse non è il modo più salutare di accogliere e imparare.
Coloro che sanno che correre non è l’unico modo di stare al mondo – e che, se anche non hanno ancora trovato un modo diverso, lo stanno cercando.
Coloro che, come me, apprezzano la lunghezza e la profondità e il tempo più lento e concentrato che queste richiedono – come immergersi in un libro, leggere una lettera, scriverne una, dipingere, creare, respirare.
È ai luoghi in cui ci possono essere lunghezza e profondità che tornerò a dare priorità: di sicuro la newsletter e magari il podcast, questo blog e il canale youtube.
E ovviamente resterà importante anche il gruppo telegram dedicato alla community della Spiritualità Femminile Sistemica.
ho bisogno di relazioni
Un’altra ragione che mi porta a scegliere di non mantenere i social come canale principale di comunicazione è relazionale.
I social network nascono, per l’appunto, per creare rete sociale, ma è da un bel po’ che hanno smesso di farlo.
Su instagram, per esempio, per quanto uno ci si impegni, le persone fanno fatica a restare persone e più spesso diventano numeri.
È difficile che non sia così, un po’ perché lì viene visto solo chi fa grandi numeri e quindi è il meccanismo alla base a spingere in quella direzione; ma, soprattutto, è così perché ha smesso di esserci un reale scambio umano.
Delle persone che mi seguono lì, quante hanno davvero comunicato con me? Quante hanno scelto miei servizi dove abbiamo potuto vederci faccia a faccia? Quante mi hanno scritto e avuto una conversazione con me? Quante lasciano regolarmente commenti?
Poche, davvero poche.
Spesso l’interazione si limita a lasciare ❤️ qua e là, ancora più spesso l’interazione è del tutto assente.
Ma siamo tutte umane, le relazioni devono essere fatte di scambio e comunicazione, non possono essere a senso unico.
Dopo un po’, l’assenza di scambio diventa insostenibile, toglie significato.
Non dico che in altri luoghi sia necessariamente meglio, ma, se sei qui e stai leggendo questo blogpost, è perché hai scelto di esserci e di leggere: queste parole non ti sono capitate sottocchio per caso in mezzo a quelle di altre migliaia di voci.
La scelta fa la differenza.
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Voglio questo, e ancora di più voglio risposte, scambio, relazione.
Con amore e cura,
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