Il Natale si avvicina e voglio cogliere l’occasione per parlarvi delle origini archetipiche di questa festa.

Lo faccio con un articolo che ho scritto per “Il resto del Calvino” (giornale scolastico del liceo di Città della Pieve – PG) qualche anno fa, durante il mio ultimo anno alle scuole superiori.
Nell’articolo sono presenti alcune piccole imprecisioni, ma al di là di quelle c’è pienezza di informazioni e curiosità, senza giudizi di parte:

“Una data che tutti stiamo aspettando, un giorno che attendiamo per tutto l’anno e che finalmente è quasi arrivato: il 25 dicembre, Natale!

E’ forse la festa più amata. La sua atmosfera magica ci rende più felici e probabilmente è vero che a Natale siamo tutti più buoni!

Ma quanti conoscono le vere origini di questa festa? Quanti sanno che dietro alla ricorrenza cristiana c’è molto di più? Quanti hanno mai pensato al mondo pagano che si nasconde dietro al Natale? Non credo che siano molte le persone che possono rispondere “Sì” a queste domande e perciò scriverò quest’articolo, tentando di fornirvi qualche informazione in più.

Occorre ricordare che la data di nascita di Cristo non è nota, poiché i Vangeli non ne parlano, e che è stato scelto il 25 dicembre per la celebrazione del Natale solo intorno al IV secolo d.C., dato che antecedentemente non veniva festeggiato. Nel corso degli anni furono commemorate le date più disparate, dal 6 gennaio al 25 marzo, dal 10 aprile al 29 maggio, ma poi la Chiesa d’Oriente optò per il 6 gennaio, poiché per i Greci questa era la data dell’Epifania (cioè dell’apparizione) di Dioniso, mentre la Chiesa d’Occidente scelse il 25 dicembre. In entrambi i casi, le date corrispondono a feste e tradizioni popolari o pagane preesistenti, che la Chiesa tentò di incorporare.

Se per il 6 gennaio, il “mistero” è già stato chiarito, vi “svelerò” ora quello che si cela dietro al 25 dicembre.

Tale data è stata giorno di festa per popoli di culture e religioni molto distanti tra loro nel tempo e nello spazio, ma molto vicine se pensiamo alle numerose somiglianze presenti, anche solo tenendo conto delle informazioni riguardanti questa singola festa.

Come Cristo, il 25 dicembre è nato anche il dio Horus. Egiziano, risalente al 3000 a.C. circa, era spesso raffigurato bambino in braccio ad Iside; quando nacque, fu accompagnato dalla Stella dell’Est, che fu seguita dai grandi faraoni, portatori di doni.

Segue Mitra, dio indo-persiano, che nacque da una Vergine in una grotta; all’avvenimento assistettero alcuni pastori che offrirono doni al dio neonato. Egli inoltre ebbe dodici apostoli e venne chiamato “il Salvatore”.

Come lui, anche Tammuz, dio babilonese, incarnazione del Sole, figlio della dea Ishtar; la sua nascita era celebrata perché egli avrebbe dovuto redimere il mondo avvolto nell’oscurità. Veniva spesso raffigurato in braccio alla madre con un’aureola di dodici stelle (simbolo dei dodici segni zodiacali) intorno alla testa. Morì e risorse dopo tre giorni.

Importante è anche Dioniso, dio greco, che veniva celebrato in questo periodo poiché si riteneva rinascesse dopo essere stato fatto a pezzi. Egli fu autore di miracoli.

E ancora Bacab, dio Sole dello Yucatan, messo al mondo dalla vergine Chiribirias; Attis, dio della Frigia, nato da una vergine, come Krishna, dio indiano; e poi Wiracocha, dio Sole inca, Buddha, Zoroastro, Odino, Osiride, Ercole, Quetzalcoatl, Prometeo e molti altri, tutti nati il 25 dicembre.

La domanda che (forse) sorge spontanea è la seguente: ma perché proprio questa data? E perché fu comune a popoli così diversi?

I popoli “primitivi” erano molto legati al ciclo della Natura poiché da esso dipendeva la loro stessa esistenza. Al centro di questo ciclo c’era il Sole, l’astro che scandiva il ritmo della giornata e che condizionava tutta la vita dell’uomo. Temere che il Sole non sorgesse più, vederlo perdere forza d’inverno, era un’esperienza tragica che minacciava la stessa vita umana. Tramite i vari riti e culti si tentava di ridare forza al “principio” della vita sulla Terra e si ridonava a lui il calore perso accendendo dei fuochi.

Il 22 dicembre, giorno del solstizio d’inverno, è il giorno dell’anno in cui il Sole si trova nel punto più basso dell’arco che percorre e brilla per minor tempo, con minore intensità. Solstizio significa letteralmente “Sole fermo” e di fatti nei tre giorni che vanno dal 22 al 24 dicembre la nostra stella è apparentemente ferma nel cielo. Dopo il solstizio, la luce del giorno torna ad aumentare ed è proprio il 25 dicembre che il Sole sembra rinascere, ovvero ha un nuovo “Natale”.

Accanto a questa interpretazione astronomica ce n’è poi un’altra: il 24 dicembre la Stella dell’Est, cioè Sirio, si allinea perfettamente con le tre stelle della cintura di Orione, chiamate tuttora “I tre Re”. Se uniamo con una linea “i tre Re” e la Stella dell’Est e prolunghiamo tale linea fino a toccare l’orizzonte, troveremo il punto dal quale il 25 dicembre sorgerà il Sole. Interpretando questo evento astronomico simbolicamente, potremo notare come i tre Re seguendo la Stella potranno raggiungere il luogo esatto della nascita di Dio, che può essere riconosciuto nel Sole non solo nelle religioni pagane, ma anche nel Cristianesimo, dato che Gesù è venuto nel mondo per portare la sua luce e combattere l’oscurità.

C’è chi dice che la Chiesa abbia “rubato” certe tradizioni e soprattutto abbia cercato di occultare quelle che erano celebrazioni “pericolose”, eretiche e fuorvianti; c’è chi afferma che non ci siano stati prestiti fra i vari miti, ma che piuttosto queste similitudini rivelino come la nascita da una vergine o la resurrezione costituiscano archetipi universali, condivisi dalle mitologie di molte culture.

Comunque, in tutto questo, il Natale non ha mai perso il suo fascino e non ha mai smesso di conquistare il cuore delle persone che, seppure con motivi diversi, si ritrovano a festeggiare il solstizio d’inverno, a celebrare la vita che continua, anno dopo anno.”

 

Con il tempo, ho maturato l’idea che ci sia Bellezza in questa comunione di celebrazioni e condivisione di archetipi universali. Ognuno secondo la propria visione di Vita, ma tutti celebriamo gli stessi passaggi, gli stessi cicli.

Non sarebbe bellissimo celebrare insieme, scambiare visioni, abbracciarci gli uni gli altri, in ogni momento della vita? Per un mondo di Pace e Amore.

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Con amore,
Eleonora, la vostra #earthandsoulwanderer