È facile guardarsi intorno e avere in mente solo scenari distopici per il futuro dell’umanità e della Terra tutta.
Quei pensieri vengono nutriti e si rafforzano giorno dopo giorno con ogni notizia che, che lo vogliamo o no, ci arriva, a meno che non viviamo completamente isolate dal mondo – ma se siete qui a leggere vivete almeno un po’ connesse alla grande rete globale.
È facile guardarsi intorno e cadere nella distopia.
Forse è cosa umana: ci permette di non arrivare impreparate se il peggio si manifesterà.
I pensieri, tuttavia, contribuiscono a creare la realtà
– non nel senso super-semplicistico che va tanto di moda nel mondo della spiritualità negli ultimi anni (o forse decenni).
Ma, quando i pensieri sono accompagnati da immagini chiare e coinvolgimento emotivo forte, soprattutto se sono condivisi da un numero consistente di persone, ecco che lì accade la magia: l’Invisibile diventa Visibile, le Idee si fanno Materia.
Questo è vero, tanto che i pensieri siano distopici quanto che siano utopici.
Sono sempre stata affascinata dalle utopie
fin da quando le studiammo a filosofia alle scuole superiori (anche se, pur chiamandole in precedenza con un nome diverso, fanno parte del mio mondo delle idee fin da quando ero piccola).
Da anni, ormai, coltivo dentro di me la mia personale utopia – che, più che altro, è una visione per il futuro collettivo che ho canalizzato e arriva da qualcosa che è molto più grande di me e di noi.
Qui, ora, vorrei invitarvi a una riflessione sentita:
qual è la vostra utopia?
com’è il mondo nel quale vorreste vivere?
Prendetevi uno spazio, magari a contatto diretto con gli Elementi,
respirate, ascoltate il Cuore e l’Anima… e solo allora rispondete.
Mi piacerebbe leggere i vostri sogni nei commenti.
Siete sempre accolte,
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P.S.: per chi di voi fosse in zona Cetona (SI), giovedì 24 febbraio inizia l’Immaginatorio, percorso condiviso per un futuro in cui l’umanità è sopravvissuta alla crisi ambientale, con la Compagnia dell’Orto del Merlo.