Quanto tempo passi all’aperto ogni giorno?
E quanto di questo tempo è speso in un ambiente naturale?

Io ero solita passarcene molto poco, soprattutto durante i mesi più freddi. Con il freddo da una parte e gli impegni lavorativi dall’altra, le scuse che trovavo per rimanere chiusa dentro quattro mura erano molte.
In italiano diremmo che predicavo bene e razzolavo male: tutti quei  discorsi sull’importanza del contatto con la Natura-fuori-da-noi, e poi? E poi mi limitavo a stare all’aperto solo quando trovavo tempo.
Come se il tempo per fare le cose si trovasse per caso dietro un angolo o dentro un cassetto – psst! Ti svelo un segreto: il tempo per ciò che ci piace e/o che ci fa bene va ritagliato, scelto, creato.

Se noi italiani emettiamo giudizi dicendo “predica bene e razzola male”, gli anglofoni sono più propositivi; loro dicono: “Practice what you preach”, pratica ciò che predichi. O, con le parole di Natalie Brite, “embody your medicine”, incarna la tua medicina, sii esempio vivente dei doni che porti nel mondo.

Così ho scelto di mettere in pratica quotidianamente gli insegnamenti che dispenso qua e là: c’è forse modo migliore dell’esempio per comunicare le possibilità, i benefici e la gioia che un certo stile di vita o una certa pratica donano?

Ho iniziato a passare ogni giorno del tempo all’aria aperta, circondata dalla Natura-fuori-da-me – e così ho riscoperto l’immediatezza con cui questa connessione mi riporta in contatto con la Natura-dentro-di-me.
Capitano giornate in cui la tabella di marcia è serrata; nonostante questo, mi impegno a creare il tempo per la ri-connessione, anche fossero cinque minuti sotto il cielo stellato quando rientro la sera dopo l’ultima lezione di Yoga Ciclico.

Da quando ho preso questo impegno con me stessa, la mia salute mentale è notevolmente migliorata – e con lei, prevedibilmente, la mia vita.
Connetterci con il mondo là fuori dà significato a questa esistenza e ci fa dono del senso di appartenenza a qualcosa che è più grande di noi.
Lo fa perché noi SIAMO NATURA e la grande separazione dalla Terra che, nel tempo, gli Esseri Umani hanno creato e vissuto sta avendo catastrofiche conseguenze: la distruzione di ciò che esiste sul pianeta e la separazione da noi stesse – che porta con sé infelicità, isolamento, ansia e molti altri piccoli e grandi effetti collaterali.

Come possiamo credere di poter essere in salute (su qualunque piano) e di poter vivere una vita piena e felice se viviamo lontane da noi, dal mondo di cui siamo parte, da come la Natura ci aveva progettate per essere?

Tutto questo mi è diventato ancora più chiaro nei giorni in cui non ho scelto il tempo della ri-connessione. La perfezione è un’illusione, capita di inciampare e di non mantenere fede alle promesse fatte a noi stesse; è umano.
Tuttavia, quei giorni lontana dalla Natura (= da me stessa) stanno diventando sempre più rari, perché sono giorni nei quali l’umore peggiora, l’ansia cresce, la chiarezza mentale si allontana, la postura perde forza, mi nutro con cibo meno sano, mi muovo di meno e, se accade per più giorni di seguito, rischio di dimenticare la bellezza e il significato di questa vita.

Le scelte che guidano verso una vita più naturale, verso una vita che risponda maggiormente alla nostra natura biologica e spirituale di Esseri Umani, sono così giuste per noi che, quando ci incamminiamo per quella strada, è difficile tornare indietro; la mia esperienza personale mi insegna che è molto probabile volerne sempre di più, di quel tipo di vita.

Un passo alla volta, uno dopo l’altro, con cadenza regolare, inciampando a volte,
ma riprendendo sempre la strada: è così che si cammina, qualunque sia la direzione che scegliamo.

Vuoi muovere i primi passi (o continuare il percorso) verso una vita più naturale? Camminiamo insieme.