“Cycle awareness restores a sense of belonging to life,
and belonging to earth”,

Red School

Tornare a connetterci regolarmente con l’Utero (e con tutto ciò che gli gira intorno: cervice, ovaie, vagina, vulva, ciclo mestruale…) significa tornare in connessione con il nostro centro di potere, con il luogo di creazione per eccellenza, con lo spazio oscuro dal quale ha origine la vita (sia essa quella di un figlio o quella di un progetto).

Quello spazio (e questo vale anche se l’utero fisicamente non c’è più) è un centro energetico al contempo fondamentale e troppo spesso ignorato.
Uma Dinsmore-Tuli in “Yoni Shakti” lo chiama yonisthana chakra e lo descrive come un centro che sta a metà strada tra muladhara (il chakra della radice) e svadhisthana (il chakra del sacro). Yonisthana fa da ponte, riunendo in sé le caratteristiche degli altri due centri, a partire dal suo essere sia Terra che Acqua, sia conduttore di radicamento che di fluidità.

 

Uno dei benèfici effetti collaterali di un ascolto regolare dell’Utero è l’apertura al risveglio della sensualità.

Con sensualità intendo la connessione con i sensi e, di conseguenza, con il piacere.

L’ascolto può avvenire anche “soltanto” a livello sottile, energetico: l’esperienza rimane comunque intensamente reale.
Come per ogni cosa, più spesso ci si mette in connessione, più la pratica esce dai confini temporali nei quali la rileghiamo per entrare spontaneamente nella vita quotidiana.

Questa mattina mi trovavo sul treno.
Ero immersa nella scrittura, ma, non appena ho alzato la testa ed ho guardato fuori dal finestrino accogliendo la bellezza che vedevo fuori, ho iniziato a sperimentare onde di piacere energetico e mi sono resa conto che la mia attenzione si era naturalmente spostata dalla mente al corpo e la mia yoni (che è: utero, vagina e vulva; spazio regale e sacro interiore; centro di sapienza; spazio creativo; luogo della memoria del ciclo Vita/Morte/Vita) si era risvegliata.

Ecco il piacere sensuale spontaneo, che è importante coltivare con cura ed attenzione: perché arricchisce, colora e rende più felice la vita.
E più connessa.

 

La ri-connessione con l’Utero ci pone anche in connessione diretta con la Terra.
Forse è perché l’Utero porta in sé la qualità del radicamento; forse è perché, come lui è origine di vita, così è anche la Terra, che è Madre; forse è perché la sua intrinseca ciclicità si inter-connette con quella terrestre; forse è perché il piacere sensuale che percepiamo attraverso l’Utero esiste solo in relazione all’ambiente nel quale viviamo.
Che la ragione sia una di queste, o tutte quante, o un’altra ancora,

la ri-connessione con l’Utero è anche un potente strumento
di ambientalismo e di ecofemminismo incarnati:

nel connetterci con l’utero ci connettiamo con la Terra e così ricordiamo di appartenerle, ricordiamo che siamo Uno con Lei, che Lei non è altro da noi.

Con questa consapevolezza non possiamo far altro che prenderci cura di Lei, di noi e della nostra umanità.

Così, ogni volta che ci connettiamo con il nostro Utero, rendiamo un servizio
a noi stesse (perché numerosi sono i benefici di tale connessione sulla nostra salute),
alla Terra (poiché è il preludio del prenderci cura di Lei)
e a tutta l’umanità (perché nel farci guardiane del pianeta
salvaguardiamo la Vita tutta).