Qualche giorno fa sono finita per caso (anche se al caso io non ci credo) su un canale YouTube dedicato a progetti interattivi con estranei.

Nei video che ho guardato, la creatrice del canale ferma persone random per la strada e chiede loro di raccontare storie: segreti, ricordi, storie di vita.
In uno di questi video, una ragazza racconta di come un incontro casuale avvenuto in aeroporto le avesse ricordato che ogni persona, in ogni momento, sta vivendo esperienze che da fuori spesso non possiamo nemmeno intuire e che è nell’avviare conversazioni con le persone che possiamo scoprire queste esperienze – e, aggiungo io, accorgerci che siamo tutti Esseri Umani, che viviamo tutte esperienze simili, che abbiamo tutte ferite simili. Che non siamo sole, mai.


Mi sono fermata a riflettere sulla mia vita e su quali persone estranee e incontri casuali mi siano rimasti impressi
, per un motivo o per l’altro.

C’è sicuramente quella signora elegante con i capelli bianchi e il cagnolino nero che ho incontrato una mattina di molti anni fa sul sentiero accanto al Lough, a Cork (Irlanda). Lei mi ha sorriso – un sorriso dolce e buono – e così facendo mi ha scaldato il cuore: le ho sorriso anch’io e poi ho pensato a lei per tutto il giorno. Mi ha fatto un dono importantissimo: mi ha ricordato che non tutte le persone sono diffidenti e che due persone estranee possono rendesi la giornata migliore a vicenda – a volte basta un sorriso.

Poi c’è quella bambina incontrata quando lavoravo come elfa in un Villaggio di Babbo Natale. Quel giorno ci eravamo incontrate la mattina, perché lavoravo all’ingresso del Villaggio; poco prima della chiusura l’ho vista tornare e la mamma mi ha detto che aveva insistito per venirmi a salutare, che non se ne voleva andare senza avermi prima salutata. La bimba si è avvicinata, mi ha abbracciata, mi ha detto “Ti voglio bene” e se ne è andata; mi ha emozionata profondamente, mi sono sentita amata da quella bambina di cui non ricordo il nome e che non ho mai più incontrato.

C’è anche quel signore incontrato al Caveau de la Huchette, un club di musica jazz e swing non molto distante dalla libreria Shakespeare & Co., nel Quartier Latin di Parigi. Era una sera di dicembre, qualche anno fa, ero lì con un’amica. Io, che amo la musica jazz e swing, non avevo mai ballato swing; lui si è avvicinato e mi ha invitata a ballare – uno dei momenti più piacevoli e divertenti della mia vita. Ci siamo messi a parlare: ho scoperto che lui, parigino doc, conosceva un paese in Umbria che si trova a un quarto d’ora di strada da casa mia perché aveva la casa al mare nel paese della Provenza gemellato con quello umbro. Lì ho avuto la conferma che davvero il mondo è piccolo piccolo.

E molti altri sono gli incontri casuali che potrei raccontare.

La paura che limita la bellezza della Vita

Tutto questo mi ha anche dato modo di riflettere su quanto a volte per me sia difficile aprirmi, soprattutto quando mi trovo nella zona in cui sono cresciuta e in cui attualmente vivo (quando sono fuori zona e ancora di più quando sono in un altro Paese e parlo un’altra lingua mi risulta molto più semplice avviare conversazioni random con persone estranee).

Mi chiedo: quanta ricchezza ho perso lungo la strada per paura? Quante volte non ho parlato con qualcuno per paura di fare una figuraccia o per il terrore di essere presa per matta?
Certo, il timore non è infondato, ha radici nel mio vissuto, nella diffidenza che vedo intorno a me (e che negli anni ho visto crescere), nei residui di quella timidezza che mi ha accompagnata crescendo.

Tuttavia, se ci rifletto, voglio davvero porre limiti alla bellezza degli incontri, rinunciare alla possibilità dei begli incontri (come li chiama Arthur Abbott in L’amore non va in vacanza) e perdermi le emozioni che donano gli sguardi delle persone incrociate per strada (come quello di quel ragazzo vicino a Westminster o quello di quella musicista nella metropolitana di Parigi o quello di quel pizzaiolo ad Apollo Bay sulla Great Ocean Road)?

Credo di no. Credo che sia davvero arrivato il momento di accogliere la Vita, pienamente, con tutto il cuore – e il cuore a volte andrà in frantumi, altre batterà all’impazzata, altre ancora si riempirà d’amore, e così sarò viva davvero.

A volte negli incontri con persone totalmente o parzialmente estranee possiamo conoscere coloro che diventeranno nostre buonissime amiche, altre volte possiamo trovare orecchie e cuori bravi ad ascoltare quei nostri tumulti interiori che non ci va di raccontare a chi ci sta vicino per paura di essere giudicate, altre volte ancora, come già dicevo, possiamo semplicemente ricevere quei sorrisi che ci cambiano la giornata (o magari la settimana).

Che tu ed io ci conosciamo bene, o solo un po’, o anche per niente, vorrei poter essere per te quello spazio di ascolto senza giudizio, quelle parole giuste al momento giusto, e quella compagna nel viaggio della vita di cui potresti aver bisogno – che sia per il tempo di una sola fermata o per un tratto più lungo.

Ho aperto degli spazi per i Percorsi Individuali.
Voglio dedicarmi all’accompagnare chi ne sente il bisogno nel proprio cammino, che sia esplorando il Ciclo Mestruale o conoscendo il Respiro, che sia facendo amicizia con le Ombre oppure ri-scoprendo il Corpo, o ancora re-imparando l’arte del Riposo, o in un mix di tutto questo, o in qualche altro modo ancora.

Due donne che ho accompagnato per un tratto del loro cammino hanno scritto:

Per me sarebbe un onore accoglierti e accompagnarti.
Sono chiamata a farlo, è parte del mio compito in questa vita.

C’è qualche incontro casuale che ti è rimasto impresso?
Se ti va, raccontacelo nei commenti – a me farebbe piacere leggerti.

Un abbraccio selvatico,