“Mi propongo di mantenere inviolata la fame di vivere pienamente.
In armonia con quello che c’è, con chi c’è”,
Lorenzo Marone

Io me lo propongo ma non sempre ci riesco.
O meglio: la fame di vivere pienamente resta inviolata, quello che non riesco sempre a fare è rispondere a quella fame e vivere pienamente davvero.


Sogno guardando video su YouTube di persone che sembrano vivere ogni istante con pienezza.

Leggo post e vedo foto su Instagram di persone che sembrano aver trovato la giusta chiave della porta su una vita di felicità, o almeno di serenità.

Io provo a fare altrettanto – non imitando quelle persone, ma cercando di essere pienamente in quello che fa sentire ME viva e cercando di godere di ogni momento e di non sprecarne nemmeno uno.
Perché so bene che la vita può essere molto breve – Morte mi è stata vicina più di una volta.


Nonostante la piena consapevolezza della brevità della mia vita e nonostante la voglia di vivere pienamente, non sempre ci riesco.

A volte mi perdo dietro a preoccupazioni banali e ad attività futili che non nutrono il mio Cuore.
A volte do da mangiare ai miei mostri interiori invece di riconoscerli e amarli – do da mangiare a loro invece di dare quel cibo alle parti di me che servono il mio scopo in questa vita.
A volte mi lascio coprire dalla coperta dell’apatia e trascinare dal fiume dell’inerzia.
A volte entro in una spirale di autosabotaggio, quella che mi spingerebbe a non essere soddisfatta di nessuna situazione in cui mi trovi e a tentare di trovare sollievo nella fuga da ciò che è.


So bene che tutto è ciclico e che i momenti giù fanno parte del pacchetto.

Infatti per me vivere pienamente non significa essere sempre in azione, andare da un luogo all’altro, spuntare freneticamente elementi dalla lista delle cose da fare prima di morire.


Per me vivere pienamente significa
connessione con la Terra,
presenza,
nutrimento fatto di gesti e scambi,
cura,
silenzio e condivisioni,
lentezza e giravolte,
ciclicità,
consapevolezza,
Amore,
apertura del Cuore,
comunicazione con l’Anima,
salute del Corpo,
devozione alla Madre di tutte le cose.

Significa fermarmi a guardare le api che raccolgono il polline
e avvicinare il viso alla Terra per annusarne gli odori,
ascoltare il Vento sulla pelle
e guardare le Nuvole cambiare forma,
immergermi nell’Acqua gelata
e poi asciugarmi sulle pietre scaldate dal Sole,
fare l’Amore con passione e con dolcezza,
parlare agli insetti e alle piante,
cantare accompagnata dalla mia chitarra,
godere delle Profondità Oscure e delle Vette Luminose,
riempirmi di Bellezza e
connettermi con la me Strega, Fata e Donna Selvaggia.


Nel tempo ho imparato che senza la volontà di risvegliare la vita che è in me sono in grado di perdermi dietro a futilità, ansia e pigrizia e lasciare che l’energia vitale scorra via per tempi molto lunghi.

La volontà è la chiave, una che non è fatta di forza bruta e costrizioni, bensì di fluidità e cura.


Qui ho scelto di raccontarmi, perché facendolo l’impegno di vivere pienamente non lo prendo solo con me stessa, lo prendo anche con te e con tutte le persone che entrano in questo spazio sacro.

E tu puoi ricordarmi la promessa che mi sono fatta quando ti accorgi che non la sto onorando.
E lo stesso posso fare io per te.

Perché è anche a questo che serve la Comunità, è anche a questo che serve la Sorellanza.



Qual è la promessa che hai fatto a te stessa e che a volte non mantieni?

Supportiamoci a vicenda, Sorella cara.

In Selvatichezza,