di Carly Slade
(traduzione di Eleonora Cosnerleggi l’articolo in lingua originale)

Le nostre aspettative sulle donne rispecchiano le nostre aspettative sulla Terra e per troppo tempo ci siamo aspettate troppo da entrambe.

Ci siamo aspettate che la terra provvedesse senza tregua, che i fiumi scorressero in maniera prevedibilmente addomesticata, che le foreste prosperassero senza nutrimento e che gli oceani fossero chissà come allo stesso tempo selvaggi e sicuri. Proprio come ci siamo aspettat* che le donne dessero senza riposo, che ci presentassimo uguali ogni giorno, che prosperassimo senza il giusto nutrimento e che in qualche modo fossimo sia selvagge in un modo invitante ed attraente sia prevedibilmente addomesticate.

Ma la Terra e le sue donne sono per la loro stessa natura imprevedibili, incoerenti e dalle risorse limitate; tuttavia per troppo a lungo abbiamo nuotato contro le correnti, insidiosamente influenzate da quel paradigma culturale accettato che ci fa credere che mutare e cambiare significhi essere da meno, che crescere e calare [come la Luna] sia una debolezza.

Per troppo tempo ci siamo separate dalla nostra innata capacità di comprendere le forze della natura e le stagioni e i cicli vitali; separate da quell’antico ed eterno insieme di competenze delle donne selvagge che valorizza e onora gli alti e i bassi, il crescere e il calare; la stessa saggezza che comprende il ruolo del Selvaggio e dell’imprevedibilità come antidoti perfetti all’ordine e alla compostezza eccessivi.

Per troppo tempo ci è stato negato l’accesso alla nostra intuizione attraverso la diffusione del dare priorità a logica e analisi rispetto a visione e sentire. Per troppo tempo il nostro valore è stato legato soltanto alla capacità di essere fertili e di dare la vita e allo stesso tempo la nostra forma è stata denigrata e condotta in una direzione che non promuove né la fertilità né il dare la vita. Ci siamo dimenticate il valore del lignaggio, della saggezza e della comunità e con questo anche l’importanza del ruolo che le donne rivestono passando da donatrici di vita a custodi di saggezza; così facendo abbiamo creato un mondo nel quale essere vecchie significa essere senza valore e un peso, invece che rispettate e onorate.

Le donne in fase premestruale non sono pazze e pronunciare questa maledizione significa far passare come pazzia una risposta ragionevole e perfettamente valida alla pazzia reale del mondo e alla sofferenza della Terra. Le donne in fase premestruale sono comunicatrici di verità, rivoluzionarie e catalizzatrici di cambiamento, poiché usano il loro potere selvaggio per promuovere e proteggere la vita. La fertilità della Terra e la fertilità delle donne sono intrinsecamente connesse e l’inquinamento e il saccheggio della Terra si rivelano nella terra dei nostri corpi ad ogni ciclo, portando il messaggio che c’è qualcosa di sbagliato. Siamo cellule nell’organismo Terra, non c’è separazione e quello che facciamo alla Terra lo facciamo a noi stesse.

“Il ciclo non è di per sé un problema, sta rivelando un problema”.
‘Wild Power’, Alexandra Pope

Per troppo a lungo la Terra e le donne sono state legate alle tempistiche innaturali della società e ora è arrivato il tempo di prendere posizione per il ritmo, di sentire il ruglio della rabbia che pulsa nella Terra e di rifiutare ogni aspettativa di coerenza, prevedibilità e risorse infinite. È arrivato il tempo di reclamare la nostra natura selvaggia e ciclica e così riportare la Terra alla sua.

​”Sapere cosa verrà dopo è stato probabilmente lo scopo dominante delle società materialmente complesse. Tuttavia, avendolo raggiunto, o quasi raggiunto, siamo stati ricompensati con una nuova collezione di bisogni insoddisfatti. Abbiamo preferito la sicurezza all’esperienza; abbiamo guadagnato molto facendolo, e abbiamo perso molto”. ~ George Monbiot, Feral

La pratica della consapevolezza cosciente del ciclo mestruale [menstrual cycle awareness] è una pratica che insegna la crescita e la diminuzione, l’attività e il riposo, il raccolto e il nutrimento, dare e prendere. Mentre un numero sempre maggiore di donne arriva a vedere e a conoscere il valore di onorare e celebrare i nostri modi selvaggi e ciclici, iniziamo a dissotterrare un antico piano di comprensione delle stagioni e dei cicli della natura e della vita tutta. Dissotterriamo una comprensione cruciale delle complesse e incredibilmente importanti interconnessioni tra noi e la natura, una comprensione che ha la capacità di ripristinare un attitudine di rispetto nei confronti della Terra e di armonia con il funzionamento naturale della natura.

“Il nostro potere selvaggio è il femminile che attende di essere conosciuto attraverso la nostra esperienza individuale. È il nostro personale servizio alla rivoluzione. Non una rivoluzione imposta, bensì un’evoluzione organica che avviene attraverso i nostri corpi”.

‘Wild Power’, Alexandra Pope

Donne, sfruttiamo la conoscenza e il potere che pulsano nei nostri corpi per proteggere e far proliferare il Selvaggio, ogni giorno.

Carly

“La fauna selvaggia e la Donna Selvaggia sono specie a rischio.
Nel tempo, abbiamo visto saccheggiare, respingere, sovraccaricare la natura istintiva della donna. Per lunghi periodi è stata devastata, come la fauna e i territori selvaggi. Per alcune migliaia di anni, e basta guardarsi indietro perché la visione si ripresenti, resta relegata nel più misero territorio della psiche. I territori spirituali della Donna Selvaggia, nel corso della storia, sonos tati spogliati o bruciati, le caverne distrutte, i cicli naturali costretti a diventare ritmi innaturali per compiacere gli altri.
Non a caso le antiche lande selvagge del nostro pianeta scompaiono a mano a mano che svanisce la comprensione della nostra intima natura selvaggia. Non è poi tanto difficile comprendere come mai le foreste antiche e le donne anziane sono considerate risorse di scarsa importanza. Non è un mistero insondabile. Non è mera coincidenza se i lupi e i coyote, gli orsi e le donne un po’ selvagge godono di una reputazione simile. Tutti si rifanno ad archetipi istintuali fra loro connessi, e pertanto sono erroneamente considerati privi di grazia e gentilezza, totalmente e istintivamente pericolosi e rapaci.
[…] La donna moderna è un garbuglio di attività. È spinta e costretta a essere tutto per tutti. L’antica sapienza ha ormai fatto il suo tempo”.

‘Donne che corrono coi lupi’, Clarissa Pinkola Estés