Qualche anno fa, ero seduta su dei grandi massi rocciosi ricoperti di muschio vicino alla vetta del Monte Amiata, insieme alla mia amica Sara.
Accadde qualcosa di straordinario (un racconto che per il momento non mi va di diffondere pubblicamente) e fu in quel momento (forse un po’ prima, forse durante, forse un po’ dopo – la linearità del tempo si perde in certe occasioni) che sentii una forte Chiamata: nonostante non mi fossi mai sentita pienamente a mio agio in queste terre in cui sono cresciuta, nonostante non le avessi mai sentite pienamente mie e avessi ricercato il mio senso di appartenenza altrove, doveva esserci una ragione al mio essere nata qui.
La Chiamata
In quel momento, sulle pendici dell’Amiata, trovai almeno una di quelle ragioni: queste in cui vivo, tra Valdichiana e Val d’Orcia, sono terre dalla grande energia, terre che sono state considerate sacre in tempi molto lontani e della cui sacralità, con il passare dei secoli e dei millenni, si è persa memoria – come si sono perse memoria e consapevolezza della sacralità della Terra e di ogni cosa dell’Esistenza.
In quel momento ho capito che potevo fare la mia parte nello scavare, recuperare e far rivivere in pienezza lo spirito di queste terre, che di Bellezza e Divino ne hanno visti in abbondanza, dalla Preistoria agli Etruschi e oltre.
In quel momento ho capito che andare a cercare lontano è utile – per seguire i richiami dell’Anima, per cambiare prospettiva, per prendere fiato, per acquisire conoscenze e saggezza che sono comuni a tutti i popoli antichi della Terra, che sono emanazione della stessa Essenza -, ma che è altrettanto importante (e forse un pochino di più) contribuire a restaurare e a rendere nuovamente attuale il Sacro nei luoghi nei quali, questa volta, ho scelto di venire al mondo.
I primi passi
Quella Chiamata, ricevuta qualche anno fa e poi messa da parte, è tornata a mostrarsi con determinazione e a invitarmi con fermezza a incamminarmi lungo il sentiero.
Da dove iniziare a camminare se non da uno dei luoghi nei quali lo spirito è stato ferito più di recente, e quindi la memoria è più viva? Da dove se non dalla mia Mamma Montagna (il Monte Cetona) che da sempre mi ha accolta, nutrita, chiamata e protetta?
Basta ascoltarLa, inoltrandosi nei suoi sacri boschi, per sentire che il suo Cuore ancora batte e che il suo Spirito aspetta solo di essere ricordato e vissuto con rispetto e Amore.
Nel processo di scavo e chiarificazione per riportare alla luce lo spirito di queste terre e per dare nuova vita incarnata alle loro tradizioni antiche connesse alla Dea (processo che potrebbe durare per tutta la mia vita e oltre, e nel quale spero di non essere sola), voglio condividere con voi informazioni che già conoscevo (prima grazie al sentire e all’intuizione e poi grazie alla ricerca e allo studio) su uno dei luoghi più sacri del Monte Cetona.
L’emozione che provo nel dire SI a questa Chiamata è
per larga parte ineffabile per la sua grandezza e intensità.
Il Cuore è pieno, gli occhi carichi di lacrime di gioia e
l’Anima sente finalmente la possibilità di tornare a Casa, in ri-connessione.
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P.S.: se avete materiali di studio o conoscenze dirette sul tema, scrivetemi a eleonora@eleonoracosner.com. Grazie!