L’urgenza del cambiamento di sistema
Se c’è una cosa che dovremmo imparare dalla situazione attuale, è che il cambiamento del sistema – economico, politico, sociale – è urgente, abbiamo bisogno che il sistema cambi ORA.
Che questa sia una necessità è chiaro da moltissimo tempo – se ne parlava già negli anni ’60 del secolo scorso e in molti abbiamo fatto pressione in tal senso, soprattutto negli ultimi venti anni (e spesso ci hanno preso per matti).
Tuttavia, finora, per molti altri è stato più comodo non ascoltare il grido, più facile non agire per il bene collettivo (cioè il bene dell’intero sistema Terra).
Spesso, anche coloro che hanno ascoltato ed agito si sono limitati a rendere un po’ più green le proprie abitudini – che male non fa, ma non è sufficiente. Il greenwashing che negli ultimi anni ha invaso gran parte dell’Occidente è un ulteriore strumento di sopravvivenza di un sistema che, per sua natura, non può essere giusto – né per l’umanità, né tantomeno per il sistema Terra.
Qualche esempio di greenwashing e di come il suo impatto sia insufficiente:
– serve a ben poco rinunciare alla plastica se la sostituiamo con altri materiali senza ridurre drasticamente i consumi
– serve a ben poco passare alle energie rinnovabili se non decresce la nostra domanda di energia (perché, per loro natura, tali energie ‘verdi’ hanno bisogno di tempi di rigenerazione, e il nostro consumo energetico non permette che quei tempi vengano rispettati, impedendo di fatto un passaggio completo alle rinnovabili)
– parlare di sviluppo sostenibile è paradossale: lo sviluppo, così come comunemente inteso, non può essere sostenibile, perché è volto alla crescita infinita tipica del capitalismo, crescita impossibile in un sistema finito come la Terra, la cui ricerca porta inevitabilmente al collasso
Come si fa a cambiare il sistema?
È un tema complesso, è un problema stratificato: trovare soluzioni e alternative non è semplice, e quel che è certo è che non lo possiamo fare da sole. È necessario unire competenze e intelligenze variegate per guardare la questione da tanti punti di vista, unire i puntini ed elaborare soluzioni creative.
Non c’è molta scelta:
o diventiamo attrici/attori del cambiamento,
o lo subiremo, che ci piaccia o no.
Mi ripeto: se c’è una cosa che dovremmo imparare dalla situazione attuale, è che il cambiamento del sistema – economico, politico, sociale – è urgente.
In un post di Pachamama Alliance relativo alla situazione collettiva attuale, ho letto (traduco dall’inglese): “Abbiamo visto che i governi possono agire, e che le persone possono cambiare il proprio comportamento, in tempi molto brevi. E questo è esattamente ciò che il movimento per il clima sta chiedendo di fare a governi e persone da anni per affrontare un tipo diverso di pericolo – la crisi climatica”.
Grazie alle misure prese dal governo cinese e da quello italiano, ad esempio, c’è stata una notevole riduzione nelle emissioni di gas serra e nella presenza di inquinanti nell’aria. Certo, questo è avvenuto con un arresto quasi totale delle attività produttive – fatto che all’interno del sistema in cui viviamo è estremamente negativo e mette a rischio la sopravvivenza di molti -, ma non tutto il male viene per nuocere.
Infatti un’aria più pulita significa maggiore salute; le morti premature per inquinamento sono moltissime ogni anno: secondo i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente relativi all’anno 2012, solo in Italia le morti premature attribuibili all’esposizione a particolato sottile, ozono e biossido di azoto sono state 84.400. E ovviamente queste sono solo una piccola parte delle morti per inquinamento, perché non vengono presi in considerazione altri elementi come gli inquinanti nell’acqua e nella terra.
Inoltre, spesso è nei tempi di difficoltà e di crisi che possiamo imparare e scoprire nuove risorse e nuovi modi di fare le cose.
La mia speranza
Mi auguro che questo tempo di sospensione sia messo a frutto:
che sia occasione di riflessione e presa di consapevolezza,
che cogliamo l’importanza di una vita più lenta, fatta di autoproduzione e contatto con la Terra,
che la difficoltà di passare del tempo all’aperto e in mezzo alla Natura ci ricordi
quanto questo sia fondamentale per il nostro benessere,
che ci risvegliamo all’importanza delle relazioni,
che rivalutiamo priorità e bisogni,
che ci accorgiamo, finalmente, che Tutto è Uno, che noi siamo Terra e che ri-connetterci
con Lei e con la nostra natura è un passo fondamentale per creare le basi per un nuovo sistema.
Mi auguro che, quando tutto questo sarà finito, non si torni alla vita di prima come se nulla fosse, senza aver apportato nessun cambiamento. Altrimenti sarà sempre peggio e i pericoli da affrontare saranno sempre più grandi.
Che possiamo vivere questo tempo non come una sospensione,
ma come una nuova possibilità per cambiare:
per noi, per gli altri, per la Terra.
Un abbraccio selvatico,
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